Alessandro Gassman: Roman e il suo cucciolo
Oggi, 26 aprile 2010 al Teatro Nuovo in Spoleto va in scena Roman e il suo cucciolo di Reinald Povod: un travagliato, ma assai inteso, rapporto tra padre e figlio, che Alessandro, attore e regista contemporaneamente, ambienta in un odierna periferia. Il padre di Roman , Cuba (interpretato da Gassman), che nella storia è uno spacciatore di droga, pur di assicurare al figlio , solo formalmente emancipato dal degrado, un futuro migliore del suo, scenderà in un compromesso pericoloso con due spacciatori e una prostituta. Ovviamente questa è una storia in cui il rapporto conflittuale tra i due protagonisti non si risolverà che in una soluzione drammatica. Gli altri attori sono: Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Giovanni Anzaldo, Matteo Taranto, Natalia Lungu, Andrea Paoletti. La traduzione di Povod è affidata a Edoardo Erba : “ più che una traduzione, una riscrittura, un’opera originale.. ( Franco Cordelli, Corriere della sera)”. Il sito Internet per questo, che è l’ultimo spettacolo della stagione di prosa organizzata dal Comune di Spoleto è www.teatrostabile.umbria.it.
Ecco alcune note di regia dello stesso Alessandro Gassman: Sono già passati quattro anni dal mio debutto nella regia con la Forza dell’abitudine di Thomas Bernard, cui hanno seguito due stagioni ricche di successi e riconoscimenti con La parola ai giurati di Reginald Rose. Mi accingo ora a mettere in scena un altro testo contemporaneo che negli anni ’80 ottenne un grande successo a New York e che ebbe come protagonista Robert De Niro. Si tratta di Cuba & His Teddy Bear, un testo che mi ha coinvolto fin dalla prima lettura per l’umanità dei suoi personaggi, per uno stile di scrittura tagliente, crudo, profondo, che mai indulge al sentimentalismo. ( …) E’ un dramma familiare e al tempo stesso sociale, un attualissimo sguardo sul presente che è anche un preciso richiamo a uno dei fenomeni che negli ultimi tempi più ci coinvolgono: la presenza degli immigrati nella nostra vita, presenza che ha cambiato la fisonomia delle nostre città e il tessuto delle nostre relazioni. Uno sguardo neutrale, non ideologico, fuori dagli schemi del razzismo o della solidarietà di maniera.

Sandro Costanzi