Archivi di giugno 2012


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POeti senza frontiere…

Spoletofestivalart torna con i poeti senza Frontiere sabato 30 giugno 2012

Dopo il successo dello scorso anno tornano i poeti senza frontiere, rassegna internazionale di cultura e poesia che si era ispirata al format menottiano degli anni sessanta ed al quale avevano aderito personaggi come Pablo Neruda o Ezra Pound. L’attuale rassegna ideata e promossa dallo Spoletofestivalart, si svolgerà sabato 30 alle ore 17 presso il centro culturale Poli d’ Arte piazza della Signoria. In questa edizione la parola chiave sarà il Dualismo ed i protagonisti saranno Angelo Sagnelli, poeta e giornalista romano, e Guido Oldani, scrittore, uomo di cultura e poeta milanese. I poeti ospiti parleranno in diversi momenti e modi della propria vita artistica, professionale e poetica e saranno intervistati dal giovane poeta ed intellettuale spoletino Simone Fagioli. L’incontro sarà introdotto da un intervento del Prof. Luca Filipponi presidente dello Spoleto festival Art che specificherà le finalità e le prospettive future della rassegna.
All’incontro culturale hanno aderito molti poeti ed intellettuali: Bianca Maria Spironello, Anna Manna, Stefania Montori, Rosanna Della Valle, Katy Leoni, Domenico Fumato, Sergio Sbarra ed in particolare il gruppo dei poeti disincantati rappresentati da Sandro Costanzi, Paolo Parigi, Jacopo Feliciani, Lorenzo Ricci e Simone Fagioli. Angelo Sagnelli e Luca Filipponi ideatori della rassegna hanno espresso soddisfazione per le numerose adesioni ed il grande interesse all’incontro:”non ci saremmo mai aspettati tante adesioni e tanto interesse per la poesia tanto chè questa rassegna nata per un puro caso sta diventando un appuntamento fisso, culturale e poetico nel contesto nazionale ed internazionale.

In foto Angelo Sagnelli Presidente del Premio Spoleto Festival Art Letteratura

Autore: Luca Filipponi

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  • Raccolta di: Arte
  • Trilogia romana: Adriana Pincherle, Renzo Vespignani e Alberto Ziveri

    Il Centro Culturale Poli d’Arte è onorato di ospitare la mostra dedicata alla Scuola romana, schiacciata tra il futurismo e le prime avanguardie informali e materiche del secondo dopoguerra, con una trilogia dedicata a tre dei suoi esponenti: Adriana Pincherle ( sorella di Alberto Moravia) , Renzo Vespignani e Alberto Ziveri. La mostra, organizzata in collaborazione con la famiglia Ziveri e la galleria romana Incontro d’Arte, rende cosciente il fruitore, che si trova proiettato in un mondo ora inesistente, delle radici dell’attuale contemporaneità italiana. Le grafiche di Ziveri, ora dettagliate e raffinate , ora fugaci e fortemente caratterizzate testimoniano la fatica delle donne negli anni ’50 dello scorso secolo, l’aria ovattata e rarefatta dei bordelli e lo straniamento interiore che emerge da un quotidiano viaggio in treno. Adriana Pincherle, presente con un suo olio storico del ’45, rappresentante “La distruzione della guerra” in Roma bombardata, nelle sue nature morte di ispirazione matissiana ci illustra in un cromatismo vivido e incisivo torte fatte in casa e tovaglie doviziosamente ricamate : teneri affetti familiari, dal sapore quasi mitico nonché magico nella nostalgia che sanno evocare. Se caldo è il cromatismo di Adriana Pincherle e Alberto Ziveri, freddo e straniato è il paesaggio urbano di Renzo Vespignani, grafico anche nella pittura. Suo l’olio del “ Convoglio tiburtino” del 1947; la dominate calda, quasi monocromatica, del beige si raffredda e si estranea e prelude ai lavori degli anni ’60, nel cui cromatismo acromatico spicca in genere il verde , usato nel suo carattere acido e per questo straniante. Una pagina importante della nostra storia dell’arte contemporanea, che verrà illustrata sabato 16 giugno alle ore 17,30 dalla professoressa Fulvia Strano , direttrice dell’associazione romana “ Bell’Italia 88” con una conferenza ospitata nei locali dello stesso Centro Culturale ; ma la mostra, che continua fino al 24 giugno 2012, si inaugura sabato 9 giugno 2012 alle ore 17,30.

    Orario di galleria: 1/24 giugno 2012; aperta dal mercoledì dal mercoledì alla domenica: 10,30-13,00/16,30-20,00. Giorni di chiusura: lunedì e martedì.

    COCKTAIL D’INAUGURAZIONE: SABATO 9 GIUGNO , ORE 17,30

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  • Raccolta di: Arte
  • La preziosa mostra di Franz Weidinger

    Il dramma della relazione umana nelle sculture e nell’opera grafica di Franz Weidinger

    Il Centro Culturale Poli d’Arte riapre i battenti con una mostra di scultura lignea ; le opere, che richiamano la nostra contemporaneità alla sacralità di Durer e alla corporeità onirica di Bosch, sono del giovane Franz Weidinger, artista che si sta affermando in tutta Europa. I libri aperti diventano ora varchi , ora quinte teatrali ove consumare la storia delle passioni umane, messe a nudo su corpi finemente cesellati. Antiche schegge primordiali tornano a ricordarci le nostre radici, dal momento che uomini e donne vengono anche innalzate su di steli sacrali. In Franz Weidinger gli antichi maestri del Rinascimento nord-europeo si confrontano con Ceroli e Manzù in una sintesi capace di esprimere il disagio contemporaneo in merito alla tematica della relazione umana, oggi più che mai segnata da un “ peccato originale”, che senza volerlo emerge caotico, come testimoniano le opere grafiche dello scultore tedesco, in cui i corpi si ammassano e si sovrappongono. La mostra che si inaugura il 5 di maggio rimane aperta fino al 27 di maggio 2012. Data la particolarità e preziosità della mostra , l’Associazione Culturale Fare Cultura omaggia l’artista con un reading, ospitato sempre nella Poli d’Arte , dei Poeti Disincantati dal titolo “ Ricercare … Preziose essenze…”: SABATO 19 MAGGIO 2012, H 17,00.

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  • Raccolta di: Arte
  • SpoletOpen 2012

    SpoletOpen:
    La MaMa 2012

    Si è concluso ieri , martedì 5 giugno , il simposio di presentazione della stagione fringe Spoleto 2012, denominata appunto SPOLETOPEN, che inizia il 30 giugno e termina il 16 settembre. Sia ben chiaro non è un altro Festival dei Due Mondi, è una realtà parallela che interagisce con l’ente Festival nel periodo, in cui è protagonista quest’ultimi e che ne condivide il medesimo spirito innovatore. La mattinata , svoltasi presso il cantiere Orbedan, ove la sera del 4 si è tenuto un evento Fringe costituito da un concerto di arpa cinese dell’eclettico Marco Schiavoni, seguito da una performance di danza- teatro, è iniziata con una coinvolgente tavola rotonda , incentrata sulla critica teatrale confrontata tra la carta stampata e il giornalismo on-line. Moderava l’incontro Gianfranco Capitta, critico teatrale del Manifesto: per la stampa cartacea Moreno Cerquetelli, giornalista RAI, Paolo Petroni ( Ansa e Corriere della sera), Tommaso Chimenti ( Scanner e Corriere Nazionale); per la stampa online Silvana Polvani e Daniela Arcudi ( Krapp’s Last Post);Camilla Toso ( Il Tamburo di Kattrin);Simone Pacini ( Fattiditeatro) e infine il giornalista e scrittore Graziano Graziani. Tante le tematiche sviscerate : l’autonomia dalla politica e dall’editore; la lunghezza e la tecnicità della critica; il ruolo di twitter e di facebook nella divulgazione degli eventi culturali; la specificità del telespettatore o del lettore in alcune fasce orarie o in alcuni blog o giornali; la credibilità del critico ; ma soprattutto un orizzonte da raggiungere : la critibilità della stessa critica. A seguire la conferenza stampa ove l’assessore Cerami e Andrea Paciotto , responsabile della MaMa ETC, hanno presentato il ricco programma che si estende fino a settembre ,do solo qualche numero : oltre 300 artisti coinvolti, 100 eventi dei quali il 70 % è gratuito ed è dislocato in tutta la città. Collaborano con la Mama e l’Offucina Eclectic Arts : la Fondazione Festival dei Due Mondi, l’Associazione Culturale Bisse, l’Associzione Culturale l’Orfeo, il Festival Pianistico, il Balletto di Spoleto, Associazione Uovo di Colombo, la Cooperativa il Cerchio, Associazione Altermundi, PromoUmbria, ModernMusic School, le Cantine Cesarini e il Cantiere Orbedan, ove si svolgeranno parte degli spettacoli. Non vanno dimenticati la Regione Umbria e il Comune di Spoleto, che , oltre a patrocinare, hanno contribuito a tutto il progetto, teso a fare di Spoleto una delle capitali umbre per la cultura e uno dei motori più attivi per la stessa regione da questo punto di vista. E’impossibile sintetizzare in poche righe tutti gli eventi, do solo un piccolo antipasto per ingolosire: Rosso Bastardo durante il Festival dei Due Mondi, molta danza teatro e spettacoli itineranti per la città e a settembre il Balletto di Spoleto con una preziosa performance di Marco Schiavoni e Caterina Genta. Spoleto tornerà ad essere un’epifania culturale aperta al nuovo , si ricordino tutti gli spettacoli d’avanguardia che invadevano la città nei primi anni di Festival. Questo è solo l’antipasto, degustatelo con molta calma: Spoletopen inizierà festivaliero il 30 di giugno al Cantiere Orbedan con uno spettacolo di danza di Stephan Koplowitz (USA) dedicato al 50° anniversario della storica mostra del ’62 Sculture in città, curata da Giovanni Carandente.

    Sandro Costanzi

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  • Raccolta di: Arte
  • Frigge e soffrigge Spoleto… anzi Fringe

    Frigge e soffrigge Spoleto, anzi – mi si perdoni il bilinguistico gioco di parole- fringe…. Questo è il succo variamente aromatizzato di un grande convegno che è iniziato oggi 4 giugno 2012 presso il Teatro San Nicolò per continuare domani presso il Cantiere Orbedan , sito piazza, da poco intitolata a San Gabriele dell’Addolorata, presso la Chiesa della Madonna della Piaggia. La giornata di oggi iniziata dalle 10, 00 e terminata alle ore 19,00 per poi continuare con una perfomance presso il Cantiere Orbedan, era dedicata al complesso rapporto fra cultura e territorio; interventi di Vincenzo Cerami, assessore alla cultura del Comune di Spoleto; di Fabrizio Bracco, assessore della Regione Umbria, di Kath Mainland, giovane direttrice del Festival Fringe Society di Edimburgo, di Anneke Jansen, direttrice del Fringe Festival di Amsterdarm, di Giorgio Ferrara direttore del Festival dei Due Mondi, di Nino Marino del Teatro Stabile dell’Umbria, di Michele Trimarchi, docente di economia della cultura presso le Università di Bologna e di Catanzaro, Antonio Taormina , docente di managent dello spettacolo dell’Università di Bologna, Linda di Pietro , coridettrice del Festival Fast di Terni nonché del CAOS, Danila di Basi presidente CORE e del giornalista Carlo Infante. Molti gli stimoli della manifestazione, accumunati però da un unico assioma la cultura, oltre a costruire i ponti e a edificare le coscienze, può diventare anche un valido motore economico; dal momento che l’Umbria è terra di Festival. L’appello all’unità nonché alla cooperazione, ricordato Menotti e Carandente, nel saluto introduttivo di Cerami; la dettagliata descrizione della complessa realtà umbra nel discorso di Bracco; l’importanza anche regionale, oltre che nazionale, del Festival di Spoleto nelle parole di Ferrara; una realtà ancora parzialmente provinciale nella città di Spoleto nel contributo di Trimarchi. Questi sono alcuni stati alcuni dei temi discussi, ma io vorrei concentrarmi sui discorsi di Kath Mainland e di Anneke Jansen, giovani donne che dirigono due importanti Fringe Festivals, rispettivamente la prima quello di Edimburgo e la seconda quello di Amsterdam. Il Festival di Edimburgo, nato nel 1947 per risollevare le sorti della Scozia e della Gran Bretagna dalle ceneri del secondo conflitto mondiale, collabora con gli altri 11 Festivals della capitale scozzese; mentre il Fringe Festival di Amsterdam , sorto nel 2005, è una costola, ora indipendente, del Festival Nazionale di Teatro di Amsterdam. L’obiettivo è quello di creare sinergie tra questi due Fringe Festivals con le realtà umbre partendo da Spoleto. La cultura “ fringe” , centrata sulla meritocrazia e su un’azione personale efficace e diretta allo scopo, è in parte la radice delle avanguardie che sono venute a Spoleto nel biennio’50/’70 dello scorso secolo. Stasera è prevista una performance presso il Cantiere Orbedan, ove domani c’è il convegno dedicato alla critica teatrale ai tempi di Facebook, twitter e dei blog, con un evento fringe conclusivo , curato in collaborazione con il Festival dei Due Mondi e La Mama ETC di New York. Concludo con una citazione di twitter, proiettato sulle quinte del Teatro San Nicolò: Perché arruolarsi in marina, quando si può essere pirati?

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  • Raccolta di: Arte
  • Recensione del romanzo di Riccardo De Palo

    RICCARDO DE PALO: IL RITRATTO DI VENERE
    Il romanzo storico – biografico del giornalista Riccardo De Palo Il ritratto di Venere edito Cavallo di ferro e dedicato a Diego Velázquez presenta anzitutto una scorrevole facilità di lettura, senza però togliere l’aurea di mistero al lettore, chiamato a partecipare attivamente nelle vicende politiche del 1.600. Velázquez, che deve il suo cursus horum a Filippo IV d’Asburgo, sovrano spagnolo nonché signore del vasto impero edificato da Carlo V, viene tratteggiato nella propria identità di artista prestato alla diplomazia con l’intento riuscito di trasmettere la sua umanità ora intraprendente e volenterosa e ora vincolata agli affetti, come dimostra la storia di Marta, la popolana romana conosciuta nel secondo viaggio in Italia ( 1650) e ritratta nella celebre opera Venere allo specchio.
    Riccardo De Palo guarda con occhi stranieri, appunto quelli di Velázquez, l’Italia del 1600, frammentata , perché il Regno di Napoli era di dominazione francese, mentre lo Stato pontificio al nord confinava con i possedimenti lombardi degli Asburgo e con gli altri piccoli stati come il Ducato di Parma e il Gran Ducato di Toscana. Una geografia politica dispersiva che ha origini antiche e che si ripropongono ancora oggi. Papa Urbano VIII fedele alla Francia; il successivo pontefice Innocenzo X e Donna Olimpia Maidalchini , detta la Papessa: Olimpia prima, pontefice non massimo; le doppiezze di Francesco I d’Este; la fragile umanità di Filippo IV e la sua confidenziale amicizia con Velázquez; ma anche i personaggi del popolo come Marta o gli intellettuali e scienziati come il sacerdote romano Matteo Campani degli Alimeni sono solo alcuni dei personaggi che si snodano di regno in regno, di colore in colore. Ritrarre le personalità diventa per il giornalista, caporedattore per le pagine degli esteri de Il Messaggero, affrescare la trama e l’ordito di un’ epoca assai complessa, anche e soprattutto dal punto di vista diplomatico:
    Sapevo per esperienza come i misteri più profondi dell’anima fossero tracciati sulla superficie del volto; coloro che volevano conservare un segreto facevano del loro meglio per renderlo ben visibile; così nessuno avesse a sospettare di ciò che si esibiva liberamente alla luce del sole .
    De Palo sa cogliere quindi le sfumature di ogni personaggio, senza però dimenticare le urgenze della storia, cause motrici delle evoluzioni anche personali dei personaggi ; a iniziare da Filippo IV e da Velázquez. Ma Il ritratto di Venere non è solo un romanzo storico-biografico, in quanto anche epistolare. Infatti tutto il romanzo è una lunga e sincera lettera a Juan de Còrdoba, lo schiavo condotto con lui in Roma per il secondo viaggio in Italia, volto all’acquisto di opere d’arte per il sovrano . Juan verrà poi liberato dalla sua condizione servile con atto notarile; l’amicizia tra Juan, che nel corso degli anni era diventato il fratello minore dell’artista, e Velázquez era così corroborata che fu lo stesso pittore ad affidargli Antonio, il figlio nato dalla breve, ma infuocata, relazione con Marta:
    Ho ancora impresso in mente quel tuo viso gioviale, che infondeva serenità in chiunque avessi incontrato sulla tua strada; e fui molto felice quando mi confessasti che mi consideravi come un fratello maggiore .
    In conclusione il romanzo di Riccardo De Palo non è da considerarsi solo un affresco intrigante e fascinoso di un’epoca storica, ma anche il ritratto di un’amicizia profonda, così sapiente da scavalcare i limiti imposti dalla classe sociale.

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  • Raccolta di: Arte